Si intitola “Il suono ritrovato: un approccio non razionale alla musica” (Universitalia/ EUS,) il nuovo saggio musicale scritto da Tony Carnevale.
Per chi ha avuto modo di conoscere i suoi lavori, Tony Carnevale è
“solo” un grande musicista, anche se la sua fama è piuttosto al di sotto
dell’altissima qualità artistica e tecnica della sua musica e della
varietà dei campi di applicazione della stessa nei quali si è
cimentato,come del resto fa notare il noto critico musicale Flavio Brighenti
nella prefazione del libro. Ma per chi ha avuto la fortuna di
conoscerlo personalmente, Tony è un’inesauribile fonte di stimoli e di
risposte, uno che generosamente mette tutta la sua esperienza al
servizio degli altri,: E lo fa con questo libro frutto della
sua esperienza e della sua riflkessione sulla musica. Il libro è stato
scritto con l’intento, riuscitissimo, di essere comprensibile a tutti, In copertina una frase autografa di Francesco Di Giacomo; che ha dedicato a Tony per il suo compleanno nel dicembre del 2013: : “Al tempo meravigliosamente perso insieme”.
Sono parole che – come scrive Carnevale nel libro – riassumono il
senso profondo del fare le cose “inutili”, cioè le cose non utili alla
sopravvivenza materiale, come la musica, ma necessarie alle esigenze
profonde dell’essere umano,
Abbiamo incontrato Tony Carnevale a cui abbiamo chiesto di raccontarci il suo libro.
Non è facile spiegare in poche battute – ci dice Tony Carnevale –
queste pagine dense di elaborazioni e proposte, frutto di una lunga
ricerca, che parte dalla mia esperienza di studente di Conservatorio,
seguita poi da anni di attività artistica e professionale che hanno
sempre camminato parallelamente ad una ricerca sulla realtà umana
profonda, in particolare sulla fantasia umana e sulla reazione umana al
suono. Sostanzialmente si tratta di una nuova proposta metodologica per
la formazione musicale che si pone come alternativa alla didattica
tradizionale e si presenta quindi anche come proposta culturale, come
una nuova possibile poetica, spaziando però a 360 gradi sulla musica,
con considerazioni anche storiche e politiche, il tutto arricchito e
sviluppato dall’esperienza dei Laboratori di Creazione e Interpretazione
di Musica Originale che ormai da 15 anni conduco.
Il punto di partenza è il diritto di ogni essere umano di esprimersi
attraverso il suono a tutti i livelli, oltre ogni tecnica, oltre ogni
genere, è la ricerca del proprio suono originale, quello che ha spinto
un essere umano primitivo a prendere un bastoncino o un osso di animale e
forarlo per farne un rudimentale flauto, senza che esistessero sale da
concerto o scuole di musica. Un suono, quindi, non imparato, come, del
resto, quello del nostro primo vagito, un suono che nasce da dentro.
Ritrovare
il proprio suono vuol dire affrontare la musica con un approccio
psicologico, un approccio non razionale che abbia come obiettivo lo
sviluppo di ciò di cui la didattica tradizionale non si è mai occupata:
la creatività. Questo avviene principalmente facendo lavorare le persone
in formazione sui propri progetti originali, sostituendo anche il
concetto di esercizio con quello di attività, e il concetto di
“apprendimento per nozioni” con quello di “apprendimento per rapporto”.
Rapporto basato sul fare insieme, inventando e costruendo musica e
testi, un rapporto, cioè, su base creativa.
Nei laboratori ognuno realizza quindi un proprio progetto originale
contribuendo contemporaneamente alla realizzazione dei progetti degli
altri partecipanti, in un contesto collettivo in cui non ci sono
distanze tecniche né limiti di genere, una sorta di società ideale dove
il collettivo lavora per la realizzazione di ognuno, ognuno al livello
che può esprimere in quel determinato momento. Ci sono infatti persone
alle prime armi che lavorano insieme a persone diplomate al
Conservatorio.
Il libro cammina però su due binari paralleli, proponendosi anche
come un manuale, con tantissimi suggerimenti anche di carattere molto
pratico, di “mestiere”, per musicisti moderni o per formatori e
insegnanti. Ma è anche uno strumento utile a chiunque abbia avuto a che
fare con la musica e poi ha mollato, o a chiunque la voglia vivere anche
solo come semplice appassionato. Si affrontano temi come l’ideazione
musicale, la composizione, l’arrangiamento, l’interpretazione e altro
ancora, con approfondimenti di natura artistica, metodologica, storica e
di prassi artistica e professionale, senza mai perdere di vista
l’aspetto psicologico dei temi trattati e quello più generalmente
psicoacustico della reazione umana al suono. Quindi non solo la musica
originale, ma anche lo svilupo delle capacità interpretative, perché non
si può essere bravi interpreti se non si è sviluppato il proprio mondo
creativo, poiché questa carenza non permette di entrare in risonanza con
il mondo creativo di chi ha composto la musica che andiamo ad
interpretare.Tutti, quindi, possono fare musica, ognuno con le proprie
possibilità: in questo senso siamo tutti “uguali”, con tutti i
significati sociali e politici che questo sottintende.
Si cerca di restituire alle persone questo diritto all’espressione
attraverso il suono, diritto che viene negato dall’immagine
culturalmente proposta del musicista “virtuoso”, un diritto che invece è
di tutti, al di là della tecnica e della teoria. Una proposta di un
assetto, quindi, un modo diverso di pensare e vivere la musica e i
musicisti, un modo diverso di essere anche “semplici” ascoltatori, nel
senso più profondo del termine, ritrovando quella risonanza, quel
“suono” interno che ogni essere umano ha.
Un assetto che tenta di mettere in discussione questa immagine del
musicista che la cultura dominante, con la complicità della didattica
tradizionale e dell’alienazione religiosa, continua a proporre;questo
libro è infatti anche la proposta che musicisti non si nasce, non c’è
nessuna “scintilla divina”: musicisti si diventa.
La musica come rapporto tra fantasie umane, da fantasia umana a fantasia umana, rapporto interumano.
Ma non è tutto: le oltre 250 pagine del libro sono dense di argomenti
e ipotesi di ricerca… V olendo definire genericamente la proposta di
approccio non razionale, direi cheil nocciolo del discorso sta proprio,
forse, in questo “non”, che sta ad indicare una presenza, la presenza di
un “non razionale”, di una fantasia umana invisibile ma percepibile,
una fantasia umana che oggi possiamo conoscere grazie alla scoperta
della dinamica della nascita fatta dal Prof. Massimo Fagioli già più di
40 anni fa, che ci può guidare nella costruzione di un nuovo orizzonte
nella formazione musicale e nella didattica.
Il libro è disponibile su
IBS, anche nella recentissima nuova edizione inserita nella collana di psicologia.
a cura di Claudio Costantino
Tony Carnevale:
Il suono ritrovato: un approccio non razionale alla musica
(Universitalia / Edizioni Umanistiche Scientifiche)